CONTENZIONE: PERCHÈ È NECESSARIA DOPO L’APPARECCHIO ORTODONTICO
Anche se il dover portare l’apparecchio mobile per un periodo di tempo dopo la rimozione dell’apparecchio ortodontico non sempre è una pratica accolta con entusiasmo, la contenzione è fondamentale per mantenere i risultati ottenuti dopo una terapia. Essa, infatti, è parte integrante della cura ortodontica.
Che cos’è la contenzione?
Si tratta di una fase di stabilizzazione della durata di almeno un anno in cui il paziente indosserà un apparecchio apposito – detto appunto di contenzione – per mantenere i risultati ottenuti. Senza questa fase, i denti tendono a tornare nella loro posizione di partenza vanificando tutti gli sforzi fatti durante la terapia.
I denti, infatti, similmente ad altri organi, possiedono una “memoria di posizione” alla quale tornano se sollecitati da movimenti come la masticazione o dalla pressione dei muscoli delle guance e della lingua.
L’apparecchio di contenzione svolge dunque la funzione di mantenimento dei denti nella nuova posizione assunta dopo la cura ortodontica vera e propria.
La contenzione può essere di due tipi, attiva o passiva:
- contenzione passiva: serve a consolidare la posizione acquisita dai denti attraverso l’uso di apparecchi specifici;
- contenzione attiva: contrasta tutti quegli stimoli – come la spinta della lingua e le alterazioni delle funzioni orali – che possono muovere i denti in una posizione peggiorativa o modificare la crescita del viso in modo negativo.
L’efficacia della contenzione ortodontica dipende sia da una diagnosi corretta e dunque da un trattamento adeguato, sia dalla collaborazione del paziente e da controlli periodici presso l’ortodontista di fiducia.
Soprattutto al di sotto dell’età adulta, infatti, la forma del viso e l’occlusione dentale sono sempre soggette a modifiche per la crescita.
Apparecchi contenzione: di quali tipi esistono?
Esistono tre tipi di apparecchi di contenzione:
- la mascherina trasparente: è una vera e propria gabbia contenitiva dei denti che ne impedisce il movimento. Il suo utilizzo è molto frequente poiché è facilmente rimovibile e invisibile; è però soggetto a usura o rottura, soprattutto se il paziente è affetto da bruxismo o serra i denti mentre dorme;
- il filo metallico: questo tipo di apparecchio si utilizza quando i denti sono tutti permanenti e serve a contrastare il rischio di recidiva dell’affollamento dentale. È invisibile poiché va posto con un collante specifico dietro i denti, all’interno della bocca, ma rende più difficile la pulizia quotidiana e può staccarsi in seguito alla pressione dovuta alla masticazione;
- gli apparecchi mobili in resina: si indossano, solitamente, solo durante la notte. Ne esistono di vari tipi; tutti, però, permettono la rimozione per provvedere all’igiene quotidiana e a mangiare.
Contenzione: quanto dura?
Non vi è una regola unica per tutti i pazienti: la terapia ortodontica è individuale.
Fondamentale è recarsi periodicamente a controllo dal proprio ortodontista. Le visite di controllo sono consigliabili una o due volte l’anno, per permettere allo specialista di intercettare tempestivamente eventuali problemi, recidivi o nuovi, e correggerli in tempo.
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